Bonarda dell’Oltrepò Pavese “Vigna del Povrömme” DOC 2021

Una cantina che ha radici lontane: il Molino di Rovescala risale al Sedicesimo secolo e da allora non ha mai smesso di ospitare uve e vini del territorio. Rovescala è parte di quel grande serbatoio enologico denominato Oltrepò Pavese, famoso per originalità e qualità della produzione vitivinicola. In posizione collinare, al confine con la provincia di Piacenza, si trova nella valle del torrente Bardonezza ed è uno dei 78 comuni ricadenti nel territorio dei vini a denominazione DOC. La viticoltura, qui, è nota e apprezzata sin da tempi molto remoti, specializzandosi fino a caratterizzare il paesaggio. Una produzione DOC ricompresa nella fascia collinare della provincia di Pavia, a sud del Grande Fiume: i vini dell’Oltrepò Pavese trovano origine in una terra spiccatamente vocata alla vitivinicoltura, che copre circa il 70% della produzione certificata lombarda per una superficie complessiva di 16mila ettari, complice il clima dolce della zona. L’azienda agricola sorge laddove si trovava un vecchio mulino (di qui il nome) e da tre generazioni la famiglia Passerini ne porta avanti la storia, unendo alla tradizione la costante ricerca per produrre vini di qualità, autentici e pregiati. I metodi sono quelli tradizionali: processi naturali, ridotto uso di additivi. La zona è particolarmente vocata per al produzione di uve, specialmente Croatina. Questa eccezionale vocazionalità è dovuta al perfetto connubio tra un microclima favorevole caratterizzato da una grande escursione termica e terreni freschi, ben esposti. Un contesto naturale ed equilibrato dal punto di vista ecologico, dove la collina alterna vigneti a campi, dando vita a un virtuoso modello di biodiversità. La produzione si rifà ai metodi tradizionali, a tutto vantaggio della qualità e della salubrità, a discapito di chimica e grandi quantità. Meno additivi possibile, privilegio dei processi naturali: questo è il principio che sta dietro ad ogni vino del Molino di Rovescala. Al Molino per i vini rossi si è scelto di recuperare l’uso delle vasche di cemento: una lavorazione manuale e impegnativa, ma che permette una micro ossigenazione e un migliore equilibrio a livello di stabilità. Tutta l’aromaticità viene preservata, senza travasi intermedi. Per i bianchi, i vasi vinari sono in acciaio e ciascuno è abbinato, in proporzione alle dimensioni, ad una vigna, per la migliore resa possibile in base alla quantità di ogni uva. Concimi e fertilizzanti sono naturali e provengono dai limitrofi allevamenti bovini: equilibrio, rispetto dell’ambiente, sostenibilità sono gli ideali che guidano ogni lavorazione.